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LA RESPIRAZIONE YOGICA

Secondo la disciplina dello Yoga il Respiro è Vita e respirare bene significa vivere bene. Come possiamo utilizzare le respirazione per stare bene?

Come abbiamo detto nell’articolo precedente, non siamo abituati a respirare consapevolmente e questo non ci permette di trarre tutti i benefici di questo atto involontario. Nella filosofia Yoga la respirazione non si riduce a questo, ma è un vero e proprio strumento che porta al benessere e in molti casi alla guarigione. Respirare male porta blocchi fisici ed emotivi e non permette all’organismo di beneficiare di quella grande quantità di ossigeno che inve potrebbe immagazzinare se respirassimo correttamente. Quando nasciamo e per i primi periodi della nostra vita, il nostro respiro è profondo e rilassato, come quando dormiamo, ma con il passare del tempo, con gli eventi della vita, i pensieri, le emozioni, il respiro perde fluidità e si blocca portando tensioni nel corpo.

Con una buona pratica possiamo recuperare la nostra capacità respiratoria.

Ma torniamo allo yoga: secondo la cultura orientale quando inspiriamo assorbiamo, oltre che all’ossigeno, l’energia vitale o Prana. Da qui il termine Pranayama o controllo del respiro che sta ad indicare numerose tecniche di respirazione.

La respirazione completa yogica prevede il coinvolgimento dell’addome e della gabbia toracica.. molti di noi respirano solo con l’addome o solo con il torace oppure con entrambi ma in modo superficiale. La respirazione yogica completa deve essere lenta e profonda. Vediamola insieme.

La respirazione è fatta di quattro fasi: inspirazione, espirazione e le due pausa tra i due atti precedenti. Queste pause( a pieno prima dell’espirazione e a vuoto prima dell’inspirazione) sono molto importanti per lo yoga in quanto permettono di trattenere il respiro al fine di purificare l’organismo e reindirizzare l’energia.

La respirazione completa si esegue in questa maniera:

sull’inspiro l’aria entra riempiendo e gonfiando l’addome, sale ad aprire le costole e riempiendo i polmoni fino ad arrivare alla parte alta del petto e le clavicole.

Sull’espiro l’aria fa il percorso inverso: esce sgonfiando il petto, il torace e infine l’addome.

Potete immaginare l’aria come un’onda che parte dalla pancia e sape fino al petto e ritorna dal petto all’addome.

All’inizio non sarà facile perché non siamo abituati e la nostra capacità di far entrare l’aria e distribuirla è limitata, quindi necessiterà di un po’ di controllo, ma con la pratica noterete con il respiro diventerà più lungo e profondo

Prova e fammi sapere come va!

Alla prossima tecnica e Buona pratica!